27 GENNAIO 2025 – GIORNATA DELLA MEMORIA
Programma
Lunedì 27.01.25, ore 21.15
Suite Romanè
di Massimiliano Scudeletti
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Una premessa necessaria
Come raccontare un popolo che non ha la parola scritta se non con un racconto destinato a essere solo recitato?
Come non cadere nell’inciampo dei pregiudizi o evitare le pozze dei luoghi comuni quando oggi anche i termini esatti, “genocidio”, per esempio, vengono pesati con un bilancino miope e impietoso?
Gli ultimi degli ultimi, quelli che nemmeno i nazisti sono riusciti a far tollerare. Gli esclusi da tutto, da sempre. Nel 1850 gli ultimi schiavi d’Europa, venduti in Romania da clero e nobili. Gli stessi che oggi sono oggetto di un referendum sempre in Romania perché non possano essere chiamati con il loro nome rom ma tigan così da non confondere i nuovi membri dell’Unione con i più detestati.
Già, quelli violati anche nel nome di zingari, in tutte le sue declinazioni: zingari, tigan appunto, gipsy, zigeneur che non sono altro che eteronimi, ovvero il nome che gli altri ti danno.
Pensate a chiamare oggi una persona di colore negro. Anche il più razzista tenderebbe a farlo con difficoltà. Invece, non nelle chiacchere ma sulle pagine dei giornali troviamo ancora quella parola perché la violazione continua. Continua il mito fatto di luoghi comuni che vengono dai secoli scorsi e proseguono imperterriti nella modernità: gli zingari nomadi come se chiamassimo nomadi tutti coloro che sfuggono dalle guerre, dalla povertà o che vengono scacciati dalle terre che hanno abitato per anni. Gli zingari provenienti dall’Egitto e altrettanto versati nelle arti misteriose di un paese esotico: la chiromanzia e la superstizione; quelli che non si vogliono integrare, che prendono le cose agli italiani mentre tendiamo a non vedere quanti usano quel popolo, per guadagno o propaganda politica.
Nessuno può o vuole nascondere i problemi legati a una integrazione mai avvenuta e forse neppure mai voluta da alcuni – Firenze lo sa bene -, ma l’allarme sociale sfruttato cinicamente verso un popolo intero grida è indegno di un paese civile.
Abbiamo cercato parole diverse: di racconto fantasy, di fiction storica e di ricordi personali. Racconti fuori dalle strade battute perché anche fili di colori diversi magari possono ricostruire la trama dell’ordito.
C’è sempre un buco nero quando si parla di memoria e di genocidio, una nota a piè di pagina mai citata, tralasciata, dimenticata: il massacro di 500.000 rom e sinti che viene chiamato Porrajmos o Samudaripen. Ma tutta la storia del popolo rom e sinti rimane da sempre nell’oscurità.
Suite Romané tenta di raccontarne una minuscola parte da angolazioni diverse. Il lavoro, la “Suite”, infatti, è il risultato dell’adattamento di tre diversi racconti dello scrittore Massimiliano Scudeletti:
- Ceneri di un racconto fantasy
- Le lacrime amare di Rita Hayworth
- Mama era la regina del circo. Papa era il re dei clowns
Questi racconti tra il 2019 e il 2022 hanno ricevuto premi e riconoscimenti dall’UCRI (Unione delle comunità Romanès in Italia) e dall’Associazione Them Romano Onlus (Centro Culturale Romanó) Romani Union Internazionale (Italia).
Lo spettacolo ha debuttato il 6 giugno 2023 all’SMS di Peretola.
𝘚𝘢𝘭𝘶𝘵𝘢𝘮𝘮𝘰 𝘪 𝘧𝘪𝘶𝘮𝘪 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘴𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭 𝘱𝘪𝘰𝘮𝘣𝘰, 𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘪𝘯𝘦 𝘴𝘤𝘢𝘷𝘢𝘵𝘦 𝘦 𝘭𝘦 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘦 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘦. 𝘓𝘢 𝘵𝘳𝘪𝘴𝘵𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘴𝘪 𝘴𝘵𝘦𝘯𝘥𝘦 𝘴𝘶 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘮𝘢𝘥𝘳𝘦 𝘮𝘶𝘰𝘳𝘦. 𝘈𝘷𝘦𝘷𝘰 𝘨𝘪𝘢̀ 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘮𝘪𝘰 𝘱𝘢𝘥𝘳𝘦, 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘱𝘱𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘶𝘰𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘤𝘢𝘳𝘳𝘰 𝘥𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘨𝘪𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘭𝘢𝘻𝘻𝘰. 𝘌𝘳𝘰 𝘢𝘱𝘱𝘦𝘯𝘢 𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘦 𝘨𝘪𝘢̀ 𝘥𝘦𝘴𝘵𝘪𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘦𝘯𝘥𝘦𝘵𝘵𝘢…
Da “Ceneri di un racconto Fantasy”, di Massimiliano Scudeletti.
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